Era solo…Intorno a lui, il vento ululava fra le fronde degli alberi e un pallido raggio che filtrava tra le foglie, gli illuminava il viso. Aveva solo 9 anni e si sentiva cosi sperduto che gli venne da piangere. Daraldur tirò su col naso e ricacciò le lacrime in fondo al suo cuore, non era proprio il momento di lasciarsi prendere dallo sconforto. Cercò di ricordare come era successo, era sicuro che era entrato con suo padre in questa foresta e aveva scorto dietro del fogliame una possibile preda. Si era velocemente diretto lì, mentre le urla del padre che lo chiamavano si perdevano pian piano, sempre più lontane. Alla fine aveva scoperto che dietro l’arbusto si nascondeva un coniglio, che prese a scappare freneticamente fiutando il pericolo. Lui lo rincorse mentre il padre affannosamente cercava di stargli dietro per riprenderlo, per non farlo perdere nella foresta…Ormai era solo. Avrebbe dovuto imparare a cavarsela da solo, la foresta era troppo grande e anche se tutto il suo villaggio si fosse messo a cercarlo, non lo avrebbero mai più trovato. Pianse quella notte, ricordando tutto il suo passato, ricordi belli e brutti che adesso andavano svanendo pian piano e da cui era stato costretto a separarsi. Crescendo, Daraldur sviluppò i suoi sensi meglio di qualunque altro elfo, si costruì un’arma, un arco ed alcune frecce per imparare a procurarsi il cibo da solo. Cosi, ogni giorno, egli vagava nella foresta, coperto di pelli che scuoiava dagli animali uccisi, e cacciava qualunque cosa si muovesse. Ma ormai non si trattava più di sopravvivenza, gli piaceva cacciare, gli piaceva aspettare la preda per colpirla nel momento più opportuno, nei punti vitali. Crebbe e decise che le sue arti non potevano essere limitate solo alla sua persona, perché come diceva suo padre “L’arte della caccia è la più antica del mondo, ma devi essere spietato e freddo affinché essa ti sia favorevole”. Perciò decise che avrebbe insegnato a chi avrebbe voluto, a chi aveva le caratteristiche per diventare un buon cacciatore. Si stabilì in quella foresta ed è tutt’ora li che si trova, ad aspettare nuovi adepti.
Gente strana i cacciatori, schivano la gente e preferiscono l'ombra della foresta alla luce di una taverna. Si costruiscono da soli archi e frecce e da soli si procurano il loro cibo. Sono in grado perfino di fabbricarsi dei vestiti scuoiando la pelle delle loro prede. Amano cacciare, aspettare la preda per colpirla nel momento più opportuno, nei punti vitali. Si dice che il loro motto tramandato a voce da tempi assai antichi sia: “L'arte della caccia è la più antica del mondo, ma devi essere spietato e freddo affinché essa ti sia favorevole”. Un giovane elfo, Daraldur, cresciuto da solo in una foresta fondò in quel luogo remoto una scuola per chi desidera apprendere l'arte della caccia. Nessuno sa di preciso dove si trovi, ma un cacciatore non avrà certo alcuna difficoltà a trovarla.