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Section Classi/Druido
Equilibrium - Druido

Un turbine di foglie si abbatté su Nalivene, che perse l’equilibrio già precario e cadde con un tonfo a terra. Chiuse gli occhi, cercando la concentrazione per rialzarsi e continuare a combattere, ma una voce gli intimò di smettere. Era suo padre naturalmente, sorrideva mentre gli tendeva la mano per rialzarsi. Nalivene abbozzò un sorriso da sconfitto e gliela strinse forte, rimettendosi in piedi. “Stai diventando bravo” disse suo padre, Nalivene si limitò a fare spallucce in segno di noncuranza. “Starò anche diventando bravo, ma i tuoi turbini ancora non riesco a bloccarli.” Fece Nalivene spolverandosi i vestiti. “Devi sentire la natura dentro di te, devi sentire la linfa vitale della foresta scorrere dentro di te come se fosse un fiume impetuoso e devi riuscire a incanalare il suo potere, solo cosi potrai veramente dominare la sua forza”. Un sorriso si allargò sul volto di Nalivene, che soddisfatto del consiglio diede una pacca sulle spalle a suo padre e si avviarono entrambi verso il villaggio. Non dormì quella notte, pensava alle parole di suo padre, doveva incanalare il potere della natura, si ma come? Quell’interrogativo non gli dava pace in quella calda notte d’estate. Si alzò lentamente dal suo letto, avanzò di due passi verso la porta d’uscita e sgattaiolò fuori come un gatto. Si dirigeva con passo sicuro verso la foresta, luogo rassicurante e sereno alla luce del sole, ma che al calare della notte si riempiva di strani rumori e ombre spettrali. Ma a lui la foresta non gli faceva paura, anzi, gli era amica. Cercò uno spiazzo nella fitta vegetazione, si appoggiò con la schiena ad una quercia secolare e scivolò a sedere. Se ne stava lì, con le mani intrecciate come se stesse pregando sorreggeva il mento e guardava fisso nell’oscurità. Il cielo, già lamentoso, incomincio a mandare giù una dolce pioggia ma Nalivene non se ne curava, sentiva la sua coscienza fondersi con la pioggia e scivolar via dal suo corpo. Si ritrovò in un posto totalmente oscuro, non vedeva nient’altro che il vuoto. Cominciò a correre, spaventato e disorientato, ogni suo passo echeggiava tetro e distante da se. Sentiva un pianto, confuso e rotto da singhiozzi. Si voltò di scatto, non seppe perché ma si voltò ed era proprio lì. Avvolta in un manto trasparente, vi era una figura femminile molto bella, teneva chino il capo e continuava a piangere e a singhiozzare. Nalivene pensava che era bellissima, con i capelli biondi che le cadevano scomposti davanti agli occhi, azzurri come il cielo in un giorno d’estate. Alzò il capo, i capelli si scostarono dal suo viso, da quel momento non pianse più. “Ho bisogno di te, affinché la foresta e tutti i suoi elementi non siano più maltrattati, ti prego ascolta la mia preghiera e schierati in mia difesa”. “Si è giusto che io difenda la foresta e tutte le sue creature, è questo lo scopo della mia vita. Ma non sarò da solo, mi circonderò di discepoli affinché tutti imparino ad amare la natura e a difenderla.” La donna gli sorrise, un sorriso quasi abbagliante e Nalivene perse nuovamente i sensi. Si risvegliò, quando un pallido sole filtrava debolmente tra i rami degli alberi e illuminava il suo volto. Si mise in piedi, intontito e d’un tratto sentì bruciare il suo corpo per un lungo istante, chiuse gli occhi e si portò le mani alle tempie cercando di calmarsi. Un attimo dopo aprì gli occhi, consapevole di non essere più lo stesso e risoluto più che mai a portare a termine il suo scopo. “Ora non sei più da sola” affermò mentre si portava al centro dello spiazzo. Di colpo alzo le mani al cielo. Un groviglio di rampicanti si innalzarono quasi a voler toccare il cielo mentre un turbine incessante di foglie vorticava come impazzito intorno a Nalivene. Dei rovi gli ricoprirono i vestiti ma non gli facevano male, anzi gli davano conforto. D’improvviso tutto cessò. Una farfalla dai mille colori si poso sul dito protratto in avanti di Nalivene e li rimase ad osservarlo. “No, non sei più da sola”. La farfalla volò via mentre egli si voltava verso l’uscita della foresta, stava ritornando al villaggio. Suo padre sarebbe stato fiero di lui.

I druidi sono in grado di comandare le forze della natura e tramite queste di curare e trasformare. Come guaritori, sono secondi solo a Mistici e Chierici. Non sono potenti come stregoni e negromanti, ma sanno difendersi con le arti magiche e possono essere ottimi combattenti sfruttando le loro doti da trasformisti; sono in grado infatti di tramutarsi in diverse forme viventi, animali e vegetali. I druidi sono anche abili nel seguire le tracce come i ranger, vivono fuori dalla società, la loro è una vita semplice fuori dalle città e magari in piccoli villaggi selvaggi siti nelle foreste proprio come è accaduto ad uno dei più conosciuti, Nalivene. Solo alcuni si avventurano nella civiltà cercando proseliti.

 


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