Equilibrium - Ladro
Raliv fissava il soffitto umido e cadente della cella nella quale era stato rinchiuso. Fissava l’oscurità riuscendone a carpire i segreti, le fattezze nascoste con il suo occhio ormai abituato al buio. Il fiato condensava non appena usciva dalla sua bocca, sentiva il freddo penetrargli nella carne, fin dentro le ossa. Rivedeva la scena ogni istante ma questa volta era tutto più lento, e nella sua mente lui riusciva a prendere il borsello con i soldi e scappare lontano, oltre i cancelli della città mentre le guardie ansimanti cercavano inutilmente di stargli dietro. Riviveva tutto attimo per attimo. Batté i pugni sulla sua branda, il suo orgoglio era stato ferito e per uno come lui, il ladro più in gamba del mondo, era uno smacco terribile. Quel maledetto vaso! Ma come diavolo aveva fatto a schizzare in avanti cosi, all’improvviso, come se fosse animato? Non sapeva darsi una risposta. Eppure si era sentito stranamente intontito, i suoi riflessi erano appannati e si sentiva scrutato, fin nei suoi pensieri più remoti e segreti. Si rizzò a sedere, scosso da tremiti di freddo mentre capiva…stava ricostruendo e si ricordò che due occhi verde smeraldo l’avevano guardato per un interminabile istante e lui li aveva scorsi con la coda dell’occhio mentre si dava alla fuga. Una voce lo chiamò, indistinta e confusa nel mormorio generale degli altri prigionieri. “Raliv, sei libero. Hai scontato la tua pena. Si voltò e vide una guardia che girava la chiave nella toppa della serratura della sua cella. Una mandata, poi due, poi tre… La porta si spalancò mentre egli si alzava lentamente, raccoglieva i suoi vestiti ormai ridotti a degli stracci in un angolo e usciva. Un ghigno gli si andò formando sulla bocca man mano che muoveva i passi verso la libertà. Sapeva cosa doveva fare. Avrebbe odiato quell’uomo e tutti i suoi protetti per il resto dei suoi giorni e avrebbe avuto dei discepoli, si, persone che gli avrebbero dato retta e a cui avrebbe insegnato l’arte del sotterfugio e della truffa. Uscì dalla prigione, si stiracchiò e fissò i cancelli che lo portavano fuori da Mallia. Passando accanto al posto di guardia salutò in modo beffardo una guardia che vi era all’interno e si avviò alla volta di Zakro…
Rubare è forse una delle professioni più antiche del mondo, solo pochi tuttavia sono veramente dei maestri del furto e della truffa e riescono a vivere una vita senza pagare il loro conto con la legge. Si narra che i migliori ladri del mondo siano quelli istruiti in una certa scuola di Zakro, e negli ambienti malfidati si dice anche che questa scuola fu fondata proprio da un ladro di nome Raliv per vendicarsi delle guardie che lo avevano incarcerato.
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