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Fase Lunare Fase Lunare


Section Classi/Paladino
Equilibrium - Paladino

Si fermò ad ammirare l’aurora nascere, ansimante e sfinito, sul promontorio di Levhian. Da li si godeva di una vista magnifica e la scalata non aveva fermato i propositi di Onires. Il sole sorgeva lentamente illuminando tutta Ardesya e spazzava via le paure e le ombre della notte. Si sedette su di un masso, le spalle gli dolevano per il peso dell’armatura. Ma all’alba il mondo sembrava rallentare, il tempo fermarsi ed egli voleva guardare questa strana magia da quel promontorio. Pensava a quanto si sentiva solo, sua madre era morta dandolo alla luce e suo padre era stato ucciso da alcuni sicari quando egli non era ancora in grado di camminare. Un anziano combattente l’aveva salvato da quei sicari e l’aveva allevato come se fosse stato figlio suo. Gli aveva insegnato i rudimenti del combattimento e cosa più importante, gli aveva insegnato a credere nel bene e nella giustizia. Alla sera, si raccoglievano in preghiera, l’anziano maestro e l’allievo, pregando Levhian, affinché egli riportasse la quiete in Ardesya. Ora su quel promontorio, gli ritornavano in mente tutti i momenti passati con il vecchio maestro, tutte gli allenamenti, dall’alba fino al calar delle tenebre, due ombre stagliate all’orizzonte con il sole morente alle loro spalle. Il suo maestro era morto da poco e ora guardava la nascita dell’alba e pregava che la sua anima pura fosse insieme a Levhian, finalmente in pace. La dolce brezza che arrivava dal lago dell’oblio, gli accarezzava dolcemente il volto mentre il sole ormai era quasi sorto. Un bagliore accecante esplose di fronte a Onires, come se mille e più stelle fossero esplose tutte allo stesso tempo. Fu costretto a coprirsi gli occhi per non rimanere accecato da quel bagliore cosi forte ma allo stesso tempo cosi candido. Allargò le dita delle mani con le quali si era coperto il volto, con prudenza, cercando di distinguere la forma che si celava dietro quell’esplosione di luce. Il suo cuore ebbe un sussulto e il fiato gli mancò per un istante. Di fronte a lui, a mezz’aria, si stagliava una figura con delle candide ali bianche, dei lunghi capelli neri. Sul suo viso, bellissimo e dai lineamenti esotici, traspariva un leggero sorriso di soddisfazione. Il cuore di Onires si riempì di pace e tranquillità mentre fissava con ammirazione quello che riconobbe come Levhian, l’Angelo della Quiete. Si inginocchiò ai suoi piedi, ma Levhian scosse il capo senza smettere di sorridere e gli fece cenno di alzarsi. “Onires, sono felice che tu sia venuto!” Esclamò Levhian allargando le braccia come per accoglierlo. “ Non so perché, ma qualcosa mi diceva che dovevo venire qui oggi, eravate voi?” chiese incredulo Onires. Levhian annuì e disse “Ogni tua scelta, ogni momento della tua vita è stato sotto la mia influenza, fino a farti diventare l’uomo che sei oggi” affermò soddisfatto Levhian. “Ad ogni modo non abbiamo tempo per perderci in preamboli, Onires. La situazione è molto grave nelle terre dell’Ardesya. Il male prolifera e i suoi devoti sono sempre più numerosi. Sembra che tutti abbiano smarrito la retta via. Ed io ho bisogno di te, Onires, per riportare la quiete e la tranquillità in queste lande!”. Onires ascoltava incredulo, in tutti questi anni non si era mai avventurato oltre il promontorio e non conosceva la situazione nel mondo. Ora che sentiva cosa stava succedendo, il suo cuore si era appesantito come se fosse di piombo. “Perché proprio io, mio Signore? Sono ancora inesperto in combattimento e ho solo pochi rudimenti magici. Non sarei in grado di contrastare altri avventurieri!” Ogni parola usciva dalla sua bocca con riluttanza, non voleva ammettere di non essere ancora pronto ad una responsabilità del genere. A Levhian bastò sorridergli affinché Onires riprendesse sicurezza. “Noi siamo quello che decidiamo di essere Onires, perché non hai fede in me?” Chiese Levhian protendendosi in avanti e con le mani dietro la schiena come per esaminarlo meglio. “Io…non dubito di voi e della mia fede!” rispose fiero. Levhian annuì e riprese “Non vorrei, ma devo farti vedere come vanno le cose nel mondo” Levhian guardò il cielo e di colpo non sparì. Anche Onires non era più sul promontorio, dove prima parlavano, non rimaneva altro che ciottoli e polvere. Si ritrovarono vicino allo Specchio, un piccolo lago poco ad est del promontorio di Levhian. Erano seduti con i piedi uniti sulla sponda del lago. “Adesso guarda” gli intimò Levhian indicando l’acqua calma dello Specchio. Onires si sporse e guardò. Scene orribili si presentarono ai suoi occhi, bambini sgozzati, villaggi in fiamme, morti che si rialzavano dalle loro tombe e cominciavano a camminare. Si coprì istintivamente in volto, per non guardare più quell’orrore. Levhian gli prese le mani con dolcezza e le scostò dal viso. Onires si girò a guardarlo. “Ora sai come vanno le cose nel mondo, Onires. Perfino i morti si stanno risvegliando e sono pronti a fare del male a tutti gli abitanti del mondo. Ora capisci perché ho bisogno di te per quest’impresa?” Onires capiva, capiva fin troppo bene. Levhian non si preoccupò di ascoltare la sua risposta e riprese “Devi fermare questo scempio, ma da solo non puoi certo farcela. Recati a Knesya e istruisci chiunque abbia voglia di parteggiare per il bene e distruggere il male. Ora non hai più legami” Levhian sorrideva e Onires stava facendo lo stesso ora. Levhian si alzò, poi improvvisamente come se si fosse ricordato di qualcosa, si sedette nuovamente di fianco a Onires e disse “E non preoccuparti per il tuo maestro, adesso la sua anima è lassù insieme a me ed è anche qui con te, nel tuo cuore. L’amore è un sentimento indistruttibile, che valica ogni cosa, perfino la morte non può distruggere un sentimento cosi nobile e bello”. Levhian posò una mano sul petto di Onires, all’altezza del cuore. “Noi siamo quello che decidiamo di essere e tu hai appena deciso di essere un paladino, di combattere per la giustizia”. Le ultime parole risuonarono distanti nella mente di Onires, mentre Levhian era scomparso definitivamente dalla sua vista. Rimaneva solo la brezza del lago e il canto degli uccelli. Onires seguì il suo destino e si avviò alla volta di Anthais.

 

Il Paladino, in linea di massima, può essere classificato come un personaggio da combattimento ravvicinato con, però, alcune caratteristiche peculiari: le linee di cura e di potenziamento clericali. Il fatto di essere una classe ibrida ovviamente non lo fa eccellere nè nelle abilità in corpo a corpo, nè in quelle clericali, ma crea un mix che lo rende durissimo da sconfiggere e un temibile avversario soprattutto per i non-morti. L'incrocio tra un combattente puro ed un chierico, forse maggiormente versato nel combattimento. Sebbene meno potente di un guerriero o di un barbaro, il paladino riesce ad utilizzare alcune delle armi migliori del mondo dell'Ardesya. La gilda dei Paladini fu fondata secondo le indicazioni di Levhian da Onires ad Anthais.


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Se Chuck Norris indossa un paracadute al rovescio e fa un salto da terra, è in grado di arrivare a 4500 metri in pochi secondi.

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