Ballata del famoso bardo Eriet, fedelmente trascritta, allo scopo di meglio conoscere le abitudini di questo popolo per metà umano per metà equino.
A partire da questa ballata sono state inviate numerose spedizioni esplorative per conoscere meglio questo popolo, e rimarrete sconcertati dal sapere che quel che la ballata elenca, risponde totalmente al vero.
Grael
Gente, gente, venite ad ascoltare!
Di uno strano popolo vi vengo a raccontare!
Sappiate che un dì ero ad un matrimonio invitato
Felici nozze, dolce la sposa, lo sposo ormai ingabbiato…
Quando ad un tratto giunsero scalpitando
Delle strane creature, la sposa reclamando.
Orbene ecco che ve le descrivo
Sia mai che in qualche mio canto io risulti schivo
Si tratta di un popolo veramente ben strano
Che si può dir equino…e solo in parte umano.
Centauri feroci, dalla velocità grandiosa
Ma con i quali ragionar forse non è cosa.
Al posto della testa che ha ogni buon cavallo
Han busto di uomini, e mai mettono piede in fallo.
Ah! Che paura mi presi quel giorno!
Veramente pensavo di non far più ritorno!
Vedevo questi baldi uomini slanciarsi
E di ogni cosa del banchetto appropriarsi.
Le loro abitudini or mi son ben note
Anche se a dire il vero, poche son degne di lode.
Di cacciatori e guerrieri i loro villaggi son fatti
E la sete di vino può farli divenir matti.
I manti splendenti a volte rilucono al sole
Come gli archi, le spade, le lance, ed il loro onore.
Incuriosito da questi esemplari
Non poco studiai in volumi assai rari.
E come visitatore mi sono avventurato persino
In posti che non reputo vadano visti da vicino.
Nel loro villaggio fui decisamente mal accolto
Sono piuttosto solitari, e a lungo scrutarono il mio volto
Prima di decidersi a lasciarmi entrare
E la loro cultura provare a registrare.
Che timore, quale spavento!
A quel punto temevo qualsiasi tormento!
Invece per quanto orgogliosi e solitari
Non si tratta di ospiti poi tanto amari.
Certo bisogna stare molto attenti
A non urtare la sensibilità di questi elementi.
Giunto lì notai molto velocemente
Che possono essere astuti di braccio quanto di mente
E non son nemici da prendere alla leggera
Se non si vuole scappare di gran carriera!
Praticano alcune forme della magia più elementare
Ed i loro shamani passano anni a studiare
Poiché grazie alle loro giuste previsioni
Si stabilisce la coltivazione per tutte le stagioni
Infatti sono anche esperti agricoltori
Malgrado siano i loro cacciatori quelli pieni di onori.
Il loro più grande, ahimè, difetto
E’ trovare nel vino il più immenso diletto.
Per quanto siano ad essi molto resistenti
Ne bevono tanto da offuscargli le menti.
Fu in uno di questi casi di molesta ubriachezza
Che rubarono ad un uomo la sua più grande ricchezza!
La sposa adorata di cui prima cantavo
Da loro venne rapita, che destino assai amaro!
Nota di Grael: La ballata è ben più lunga, e da questo punto in poi descrive come i centauri rapirono questa ignota sposa e la caccia per ritrovarla. Cose che a noi, non interessano. Questo bardo riesce a far scaturire pagine e pagine di parole... partendo dalle cose più sciocche...