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Section Razze/Elfi alti
Razze
Elfi Alti
              
Veridica compilazione dei Costumi e della Storia dell'Alta stirpe Elfica di Yrwaen Gildaerion, Alto Elfo, Cavaliere della Luce.



"Di tutte le razze di Ardesya, i saggi della mia stirpe ritengono la nostra genia la più favorita dal celeste Levhian. I tratti aggraziati e delicati, il candore dell'incarnato e la lucentezza di occhi e capelli manifestano sinanche ad uno sguardo distratto la benedizione divina che scorre nel nostro sangue. La nostra vita abbraccia lunghi secoli: i più anziani fra noi rammentano ancora con cristallina chiarezza il sorgere e la caduta di clan e regni delle razze meno longeve.

Il favore divino predispose le nostre anime nel manipolare l'Arte Arcana: moltissimi fra di noi sono potenti incantatori, maestri insuperati nell'Arte a cui dedicano interi secoli di studio e perfezionamento: il loro potere è pari soltanto alla saggezza con cui viene esercitato. E' tradizione che le cittadelle elfiche siano guidate da uno di tali Sapienti, in grado di vegliare sui propri consanguinei con la propria esperienza e sapienza. Tuttavia, poiché in tempi antichi ci venne concesso l'onore ed il fardello di ergerci sempre quali fortezze contro la tenebra ed i suoi servitori, molti seguono la Via della Spada, accesi della Luce Divina che sempre dovrebbe guidare le nostre azioni. I grandi Maestri su questo cammino onorato spesso affiancano i Sapienti nel guidare le comunità elfiche, proteggendole con la spada e la fede.

I bardi amano cantare dell'Era Eroica, in cui coraggiosi eroi della Stirpe forgiavano la propria leggenda tenendo a bada la Grande Tenebra con la loro maestria nell'Arte e nella Spada. Di quei giorni resta ormai solo il ricordo, una pallida ombra che tende a sbiadire sia pure nelle memorie longeve della mia gente.

Il mio precettore tuttavia mi insegnò quanto della nostra storia è certo, poichè molti preziosi artefatti e testimoni dei tempi antichi andarono perduti nei giorni rovinosi delle Guerre Celesti.

Prima dell'avvento del grande impero di Knesya, molte delle terre orientali di Ardesya ospitavano piccole comunità di Elfi: fedeli all'ispirazione di Levhian, proteggevamo i villaggi dei progenitori degli uomini dalle oscure creature figlie del male e dell'inganno.

Dopo lunghi secoli di pace, i nostri insediamenti erano divenuti possenti torri, mentre i villaggi umani erano ora grandi città. Fu in quel periodo che la seduzione del potere fece breccia nel cuore di molti fra i Custodi: tentarono di rendere schiavi coloro che per tanto tempo avevano istruito e protetto, divenendo essi stessi servi della Tenebra che avevano giurato di disperdere.

Le loro torri, fra le più belle ed aggraziate mai costruite, vennero pervertite da malie tenebrose, per divenire luoghi di tormento e schiavitù delle genti inermi di quei giorni lontani.

La Catastrofe, come è chiamata nei nostri racconti e canti, generò infiniti lutti e dolori. Dopo lunghi decenni di guerra, al fianco dei nostri alleati umani, dalle lontane terre del Sacro Occidente, dove ancora si trova l'Altopiano di Levhian, giunse l'ultima schiera di Elfi Luminosi. Gli Oscuri vennero sconfitti e scacciati. Il loro fato è bene non sia qui esposto.

La guerra fratricida lasciò il mio popolo dissanguato: molte delle antiche torri vennero distrutte nel corso delle sanguinose battaglie, altre ormai spopolate vennero abbandonate dai loro abitanti. Fu così che gran parte degli Elfi Alti si imbarcò al seguito dell'ultimo grande esercito, veleggiando verso le terre dell'occidente.

Sul continente dell'Ardesya rimanemmo in pochi, asserragliati nelle poche città-torre ancora intatte ma assediate ormai quasi continuamente dalle creature della notte. Il nostro declino, tuttavia, segnò il sorgere dell'impero degli uomini: i re-guerrieri di Knesya, dalla vita breve ma dal grande cuore instaurarono regni e fortezze, sostituendo la mia gente nel grave compito di baluardo contro la tenebra."


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