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Section Storia/Seconda era

Seconda Era: L'era della prigionia

Le Tenebre allungavano lentamente le loro sottili dita sulle lande dell' Ardesya trascinandosi dietro, come un cavaliere fa col suo mantello, l’ombra del Caos Primordiale. La luce era sprofondata nell’abisso dell’oblio insieme alla sua custode, che librava priva di coscienza tra le onde della sua nuova eterna dimora. Nulla pareva disturbare il suo sonno, la quiete e il silenzio annullavano sia lo spazio sia il tempo. Tra le acque tranquille del lago Syriel non percepiva ciò che stava accadendo poco lontano da lei. Le terre tremavano, i venti infuriavano agitati dalle forze congiunte delle Tenebre e del Caos, il cuore stesso del mondo ribolliva di quell’ira che finalmente aveva tutta la libertà di esprimersi! Ma troppo avevano osato Jekrom e Kaileb e presi com’erano dal razziare e devastare ogni simbolo di vita che incontravano lungo la loro strada, non si erano accorti di aver destato colui che con la terra era stato creato; lo spirito latente del mondo, mantice e anima della materia stessa: Myreck, creato dall’Essenza per custodire le lande dell' Ardesya. Ancora lotte dunque si prospettavano agli albori della nuova era iniziata sotto il segno della distruzione. Ma l’Essenza Suprema non poteva assistere ancora per molto a tutto ciò, la sua meravigliosa creazione stava implodendo a causa di coloro che erano stati prescelti per posarvi la vita. Fu così che decise di discendere sulla terra e, dalle fertili pianure sprofondate nel Lago dell’Oblio, plasmò la Città di Mareysia, sacra arca degli Spiriti Supremi. Ivi vi scagliò Kaileb e Jekrom affinchè non potessero più nuocere con il loro operato a tanta bellezza. Innalzò enormi cancelli d’oro e vi pose di guardia tre maestosi draghi marini con squame d’oro, d’argento ed elettro e ampissime ali da demone. Solo Myreck fu lasciato libero di vagare per le lande dell' Ardesya per ritemprare con il suo spirito la terra squarciata e distrutta e per accudire tra le sue dolci mani il seme di rinascita che l’Essenza gli aveva affidato. Syriel venne prelevata nel limbo in cui era sprofondata e l’Essenza la depose nella più alta torre di Mareysia affinché lì potesse rigenerarsi, protetta da una sorta di nebbia fatata. Passarono lunghi secoli prima che Myreck finisse la sua opera, mentre le Tenebre ed il Caos si logoravano nell’intento di affrontare i tre draghi, custodi dei cancelli sacri, per riuscire ad evadere da quella prigione dorata ed imporre la loro tremenda tirannia. Anche la bianca signora si era ormai destata dal suo lungo riposo, ma terrorizzata dalle due aure malefiche che percepiva molto vicine non osava allontanarsi dalla sua torre di protezione. La solitudine però colpisce chiunque indistintamente e lentemanente penetrò nel cuore di Syriel. Fu per questo motivo che la bella Signora della Luce decise di plasmare dalla sua mente un’arpa di puro cristallo con sottili corde di platino, con la quale soleva rincorrere i pensieri del suo triste passato, quando ancora poteva vagare alla luce del sole e sognare lo splendore delle stelle. Le sue dolci melodie si innalzavano così dalla Torre di Mareysia perdendosi nelle limpide acque dell’Oblio. Intanto Myreck aveva ridonato splendore alla terra poggiando ovunque il suo soffio rigeneratore. Solo un luogo non osava sfiorare: la Bocca del temibile Vulcano Xysthar e il Lago Ombroso che giaceva ai suoi piedi; non appena lo spirito della terra vi si avvicinava, infatti, un brivido lo coglieva e le urla indemoniate dei due malvagi prigionieri che si dannavano nell’abisso lo raggiungevano come artigli avvelenati. Ma un giorno sorvolando le spiagge lunari, giunse alla sua mente la dolce melodia dell’arpa di Syriel. Myreck volò sino al Baluardo e appolaiatovisi sopra sostò ad ascoltare la dolce melodia, chiedendosi da dove provenisse. “La luna solo per una notte ha toccato i miei occhi, che ora piangono lacrime amare e la mia bocca canta tristi parole di malinconia e rimpianto”. Il canto continuava e ad ogni parola Myreck restava sempre più toccato dalla sincera tristezza che custodiva ogni singola nota di quella melodia. Passavano i giorni, e ogni notte, dal Baluardo, Myreck si soffermava a scrutare il cielo per capire donde venisse quel canto. Finchè un giorno la melanconica voce pronunciò il nome di quella città sommersa ove regnavano i tre spiriti prigionieri; fu allora che Myreck intuì chi stesse intessendo quelle melodie e da dove nascessero quelle parole così affrante. Era la dolce Luce della vita che rinchiusa nella Torre Eterna cantava la sua triste sorte. Rapito e commosso, Myreck decise di affrontare le sue paure e discendere negli abissi del lago dell’Oblio sino a Mareysia, conscio che solo con il suo appoggio Syriel avrebbe trovato il coraggio di liberarsi dalla protezione della torre che la rinchiudeva in un eterno rimpianto. Scese in una discesa profonda e buia, i minuti sembravano anni, i secondi secoli, e l’essere Immortale giunse finalmente ai cancelli sacri. “Né il bene, né il male usciranno di qui, finchè la bilancia del destino non sarà pareggiata, i cancelli resteranno sigillati a chi vorrà rivedere le terre emerse. ” Queste le parole del potente drago dorato, Myreck assentì a tale sentenza ed entrò nella città di Mareysia. Jekrom e Kaileb percepirono la nuova presenza e decisero di dare libero sfogo alla loro malvagità. Jekrom si plasmò con tenebre rendendosi invisibile agl’occhi dei più; il Caos vagava in cerca di Myreck e Jekrom lo seguiva nell’ombra. Kaileb avvistò lo Spirito della Terra e iniziò lo scontro dei titani. Ma erano immortali, la battaglia sarebbe durata anni, decenni, secoli; così Syriel decise di intervenire, lasciando finalmente la Torre Eterna. Jekrom restava nell’Ombra e forgiò da essa l’unica arma in grado di ferire un’essere Immortale: Khytor, l’artiglio delle Tenebre; ma nell’istante in cui decise di affondare il suo colpo micidiale, Syriel squarciò le tenebre. L’Essenza vide e decise di bloccare il tempo delle terre dell'Ardesya. Prese Khytor, la sigillò all’interno della città sacra ed innalzò una nebbia fatata per dividere le quattro entità immortali.


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All'inizio dei tempi c'era il nulla. Poi arrivò Chuck Norris, colpì con un calcio rotante il nulla e gli disse 'muovi il culo!'. Questa è la storia dell'universo.

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